Il monumento di Pietro Micca ai Giardini della Cittadella
Nel 1858 il novarese Cassano presentò alla Società Promotrice delle Belle Arti Torinese, una scultura modellata nel gesso a Pietro Micca. La statua ritraeva il minatore, eroe dell’Assedio del 1706, in piedi nell’attimo fatale di dar fuoco alle polveri al fine di impedire l’accesso dei Granatieri francesi che cingevano d’assedio Torino, episodio nel quale consciamente Micca perderà la vita.
La situazione politica a Torino nel 1858, nei confronti dell’impero Asburgico occupante la Lombardia, era tesa, solo l’anno precedente i milanesi, riconoscenti, avevano donato ai torinesi la statua L’Alfiere Sardo di Vela, ma la statua venne tenuta celata in quanto vi era il timore che, se esposta, avrebbe potuto causare ritorsioni da parte del governo austriaco.
Nel mentre Cavour stava tessendo l’abile trama politica che porterà il Piemonte ad essere alleato con i francesi e al conseguente intervento di Napoleone III nell’imminente guerra del 1859.
In questa situazione la statua di Cassano divenne l’elemento catalizzatore per risvegliare gli animi patriottici dei torinesi, e Pietro Micca l’eroe ideale da prendere ad esempio.
Con queste forti motivazioni la Promotrice, nel maggio del 1858, iniziò una sottoscrizione per tradurre nel marmo l’opera di Cassano da donare in seguito al Municipio.
Il Re e il governo comprendendo l’importanza dell’iniziativa contribuirono direttamente per la miglior riuscita dell’opera. Il 26 giugno la Camera dei deputati del Parlamento Subalpino, su iniziativa del Ministro della Guerra richiese che la statua di Micca fosse di bronzo e approvata una maggiore spesa per la realizzazione dell’opera a cura del Regio Arsenale, e questo perché l’eroe risultava “così popolare nello Stato e particolarmente caro all’esercito”.
Venne consultato il novarese Cavalli, Direttore dell’Arsenale, il quale affermò la necessità di fondere 800 kg di bronzo per creazione della statua, la quantità occorrente per la realizzazione di un cannone da campagna da 16. La Promotrice, allo stesso tempo, con i fondi raccolti dalla sottoscrizione onorerò il lavoro dello scultore ricompensandolo con la somma di L. 2.800.