L’episodio
E’ un’azione che si svolge in pochi minuti. Alcuni soldati francesi riescono a penetrare nella galleria alta, dopo avere sopraffatto gli uomini di guardia, e cercano di sfondare la porta che dà sulla scala per scendere nella galleria bassa. La porta sta per cedere sotto i colpi violenti, quando Pietro Micca vede il compagno in difficoltà nel sistemare la miccia e far esplodere il fornello, predisposto per sventare l’irruzione dei nemici, dando ai difensori il tempo di allontanarsi. Senza indugio, allontana il compagno e dà fuoco alla miccia, troppo corta: l’esplosione quasi immediata fa crollare la volta della scala e travolge i francesi, ma uccide anche il coraggioso minatore, che non ha il tempo di fuggire e viene scaraventato lungo la galleria bassa. Il suo corpo verrà ritrovato a quaranta passi dalla scala.
L’episodio, anche se non fu decisivo ai fini della salvezza della fortezza e della città, come da qualche parte si sostenne, testimonia un limpido atto di eroismo compiuto da un soldato consapevole del suo dovere, ed è divenuto il simbolo del sacrificio di tutti coloro che difesero la cittadella in quelle memorabili giornate

Pietro Micca
Tra i minatori chiamati a contribuire alla difesa della cittadella di Torino dall’assedio francese vi era un certo Pietro Micca, nato a Sagliano d’Andorno nel Biellese (ora Sagliano Micca) il 5 marzo 1677. Aveva dunque 29 anni. In quanto minatore aveva maturato al suo paese l’abitudine a lavorare sottoterra e per questo fu destinato alle truppe addette alla difesa  delle gallerie sotterranee della fortezza torinese, che i francesi tentarono più volte di violare durante i mesi dell’assedio. Veniva chiamato, come molti a quel tempo, con un soprannome: “Passapertutt”.
Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706 si trovava, con un compagno, vicino ad una porta che sbarrava la scala di discesa dalle gallerie superiori a quelle inferiori, che immettevano all’interno