Una breve visita virtuale
La scala a chiocciola che permette l’accesso al Pastiss scende di soli sette metri nel sottosuolo, ma comporta un salto di 450 anni nel passato di Torino e della sua Cittadella.
L’impatto iniziale lascia senza fiato. Ci si trova in un ambiente di vaste dimensioni, con una poderosa volta a botte. Il caldo colore dei mattoni è molto accogliente e non fa pensare che ci troviamo in una camera di combattimento, che poteva trasformarsi in una trappola infernale per il nemico.
I cartelloni esplicativi e la voce stentorea della guida ci raccontano la storia di questa costruzione militare, talmente strana da essere definita – fin dall’antico – il “Pastiss”, un termine piemontese che definisce proprio un pasticcio.
Siamo nel 1572 ed Emanuele Filiberto di Savoia, il duca che aveva voluto la costruzione della Cittadella, decide di dotare i tre bastioni (cioè le tre punte della stella) che guardano la campagna di altrettante casamatte: strutture molto complesse e resistenti, perfettamente in grado di resistere ai primi, terribili attacchi nemici.
Si comincia dalla costruzione dal Pastiss, che però si rivela molto costosa, anche perché i lavori si sono protratti per tre anni, dal 1572 al 1574. Così la casamatta rimane sola, a costituire un unicum di carattere europeo.
Premesso che descrivere l’opera è veramente “un pasticcio”, bisogna dire che essa si ergeva nel fossato esistente tra il bastione di San Lazzaro e la campagna antistante.
Visto dall’esterno, un animo poetico avrebbe potuto dire che il Pastiss sembrava ad uno strano trifoglio: la sua muratura verso i prati era composta da tre mezze torri collegate da due forti murature rettilinee. Ma le mura robuste non erano sufficienti alla difesa: l’avversario avrebbe potuto cercare di avvicinarsi all’opera scavando dei cunicoli e poi di farla saltare in aria. Per prevenire questo tentativo, alla base del trifoglio era stata costruita un’apposita galleria difensiva.
Questa galleria, che si raggiunge scendendo un’ulteriore scala, è veramente impressionante. I mattoni che la cingono sono disposti con grande cura e non mostrano certamente la loro bella età (450 anni…).
Un’altra parte fondamentale del Pastiss sono le vestigia delle cannoniere dalle quali le bocche da fuoco potevano tirare “di rovescio” nel fossato del bastione, porgendo un caldo benvenuto al nemico. In prossimità di esse vi è il passaggio di raccordo che congiungeva la casamatta al bastione. Al momento il Pastiss non è aperto al pubblico.